GRAVITY BUILDER - GB-01E DUMP TRUCK [by GENERATION TOY]

Sotto col penultimo pezzo del Gravity Builder. Siamo arrivati, con questa spedizione complessiva, alla fine del viaggio! Le prossime recensioni, quindi, verteranno tutte su di lui e sul suo contorno di annessi e connessi.

Provenienza: Transformers

Scala: No

Produttore: Generation Toy

Materiale: ABS e altri tipi di  plastiche

Altezza: 205 mm

(Click sulle foto per ingrandire)

Al solito, partiamo dalla confezione. Come ormai abbiamo capito dalle recensioni precedenti, alla Generation Toy in fatto di packaging non gli racconta niente nessuno, sempre altissima qualità e stile della confezione:

Al suo interno, al solito, il modello, il libretto di istruzioni e una testa alternativa, che ormai ogni componente del Gravity Builder ha una testa alternativa più o meno somigliante alla controparte G1.

Nessuna parte sostitutiva a questo giro, ma arriveranno con l'uscita successiva.

E andiamo a vederlo questo camioncione NOT Longhaul.

Come per gli altri modelli della linea, questa tonalità di verde litiga con le Canon. Non esce mai com'è e mi tocca correggerla a mano, quindi non è detto sia fedele al 100%.

Massiccissimo e veramente molto dettagliato. Anche bello corposo e pesantuccio, un concentrato di transformer. Un cubo.

Ruote in gomma dura, pistola disposta come tubo di scappamento, unico neo visivo, a mio avviso, è il ribaltabile un po' pieno di roba, non ha un cassone vuoto come altre controparti (che comunque spesso viene riempito lo stesso da altri componenti del gestalt).

Anche togliendo quella che è la piastra pettorale ripiegata di Devastator, restano comunque i piedi ripiegati e la cintura posteriore.

Inoltre non si ribalta, e pazienza. Un po' poco camion, ma mi sembra un compromesso accettabile almeno nella forma.

TRANSFOOORM!

Robot mode:

È davvero ben piazzato, anche rispetto agli altri, soprattutto per il suo ruolo nel combiner, ma non sproporzionato nel gruppo, solo un po' più largo.

È bello bello, ignorante anche lui al punto giusto. La trasformazione è come al solito laboriosa, ma ci si prende la mano in fretta e non ha particolari punti di criticità.

C'è solo da stare attenti alle scalette frontali-laterali nere, che sono di gomma morbida e sono attaccate al corpo principale solo per un punto, ma è fatto apposta per evitare che diano fastidio in alcuni punti della trasformazione. In questo modo assecondano i movimenti e non si rompono. Ma non abusatene!

A questo punto però c'è da fare una considerazione, meramente di carattere organizzativo.

Le istruzioni, su molti punti, non sono chiare, o meglio omettono completamente qualsiasi informazione sulla schiena del robot.

Ad esempio non viene fatta menzione delle piastre che vanno a coprire i buchi dorsali come fossero delle scapole.

E soprattutto non viene fatta menzione di come posizionare la mutanda posteriormente.

Io l'ho messa come in foto per pura scelta personale, ma in altre recensioni c'è chi la mette così:

che però, secondo me, sporge troppo e non vedo per quale motivo non coprirgli le chiappe con le due piastre piuttosto che disporle a pinna.

Inoltre, come si nota nell'illustrazione sulla scatola, è possibile integrare la piastra pettorale di Devastator sulla schiena di Dump Truck, formando una sorta di coppia di ali posteriori:

Sfortunatamente dal punto di vista laterale, non è un granché visivamente.

Mentre frontalmente ha decisamente un suo perché con le ali che spuntano da sopra.

Sempre a riguardo di scelte estetiche personali e istruzioni poco chiare, il "tettuccio" sopra la testa io ho deciso di tenerlo inclinato a 45°, mentre le istruzioni suggeriscono di chiuderglielo sopra il capo. Un po' troppo costretto a mio avviso.

Lo stesso tettuccio si può aprire in 2 metà, anche se non serve a niente. Probabilmente è stata una scelta di assemblaggio e niente di più, forse farne un pezzo unico non conveniva.

Ultima cosa non detta nelle istruzioni, il frontale del camion può essere sollevato. Questo agevola notevolmente l'estrazione e il reinserimento delle braccia durante la trasformazione:

E vabbeh, a questo giro ci hanno lasciato il piacere della scoperta e del ragionamento...

Passiamo ora alla testa alternativa (in mano a DT):

Decisamente molto bella ed in linea, se non altro per colore, con quelle dei suoi compari. Al solito, nelle illustrazioni è considerata quella ufficiale suggerita.

Io però, anche in questo caso, ho preferito lasciare quella con cui è arrivato.

Fa davvero molto G1, per quanto Longhaul nella serie abbia la testa color grigio, mentre il vintage color nero. Si decidessero...

Tra l'altro è un po' il contrario successo fin'ora. Le teste con cui sono arrivati gli altri componenti della squadra del cantiere, laddove ce n'era una alternativa, erano "original", mentre quelle alternative sfuse erano più simil G1, qui invece arriva montata la G1 style e sfusa la "original". Vabbeh, finché ci viene offerta la scelta, io non mi lamento.

Pose varie:

Posa in ginocchio... check!

Come si evince dalle foto, pure questo nonstante la sua stazza ha pochi limiti di mobilità dati giusto dagli ovvi intralci.

Articolazioni pressoché ovunque, collo, spalle, braccia e avambraccia non oltre i 90°, busto in torsione, anche belle dure e a scatto (saranno poi quelle del Gravity, quindi...), cosce, ginocchia e caviglie. Pure la gamba non va oltra i 90° perché frenata dalle gomme.

Equilibrio e stabilità completano la primiera di pregi. Promosso a pieni voti.

E infine vediamolo nel suo ruolo di addome-bacino all'interno di quel che sarà il combinato:

Rispetto alle foto ufficiali distribuite inizialmente, non mi sembra faccia più l'effetto vitino stretto da vespa, anzi, sembra degnamente proporzionato per il colosso che verrà, complici soprattutto le ruote disposte in quel modo a dare volume, visivamente, alla struttura.

Unico difetto? Non c'è un posto adibito a riporre l'arma quando è in questa modalità, quindi, a meno di non infilargliela dove non batte il sole, resta il pezzo a giro.

Ennesimo ottimo ottimo ottimo prodotto made in GT. Non vedo l'ora di mostrarvelo intero...

(Originariamente pubblicata il 26/09/2016)