"Pronto polizia? Un robot gigante si è portato via la mia macchina!"
Nonostante abbia già recensito altri prodotti della linea Robo-Dou di Threezero, gli Eva 01 e 02 nella fattispecie, l'Ingram Unit 1 è stata cronologicamente la prima uscita in tal senso, che ha segnato il solco di divisione fra le produzioni enormi precendenti, come il Getter 1, e tutte quelle successive, più accostabili ad altri modelli in una collezione classica. Si ringrazia Ai-Robot per avermene procurata una copia fuori tempo massimo, dato che quando mi sono deciso era sold out ovunque.
Patlabor è una serie alla quale sono molto affezionato, un poliziesco appassionante ambientato in un futuro prossimo dove i mecha sono stati sviluppati come macchine da lavoro e da guerra. Il loro inevitabile utilizzo anche per scopi criminali costringe conseguentemente le forze dell'ordine a dotarsi di squadre speciali meccanizzate a cui la dicitura Real Robot calza molto più aderentemente di quanto non faccia coi Gundam che hanno originato il termine e che oggi come oggi sono praticamente dei quasi Super Robot.
Andiamo a scoprire questa rappresentazione di Alphonse, il nomignolo che la pilota Noa Izumi ha assegnato al suo AV-98 Ingram in memoria del proprio cane.
Come sempre partiamo dalla scatola, che ha segnato lo standard per le confezioni a venire di questa linea:
scatola quindi molto sobria, con foto ritoccate del modello sul fronte e sul retro, lateralmente abbiamo il logo della serie e la "targa" dell'unità 1, che appunto viene trattata come un normale veicolo della Sezione 2 della polizia.
Nessuna foto esplicativa, ma uno sportello magnetico offre una visuale attraverso la finestra per visionare modello e accessori.
All'interno troviamo un foglio di garanzia di Threezero e il libretto di istruzioni, a colori. Colori che poi dall'EVA 02 in poi sono spariti.
Spacchettiamo tutto!
Quello che doveva essere incluso è stato incluso, anche se non avrei disdegnato una versione "in piedi" della pilota che invece abbiamo solo in posa seduta e non potremo mai posare se non all'interno della cabina di pilotaggio.
A tal proposito diamole uno sguardo da molto vicino:
Quest'ultimo può scarrellare e ha il calcio pieghevole per una maggior stabilità. Ovviamente data la pericolosità dell'arma, viene concessa in utilizzo solo in determinate situazioni.
Montanta l'antenna alla base del collo, passiamo a guardare l'Ingram da vicino:
Per chi è pratico, si riconosce immediatamente la livrea bianco-nera della polizia juvent... giapponese, con tanto di stemma sul petto. Livrea già vista in un'altra macchina della polizia. Avrei sempre voluto vedere un Ingram dei Carabinieri o della polizia italiana. Magari un giorno.
Il modello presenta poco metallo, nei piedi, qualcosa nel torace e prevalentemente negli snodi, in questo caso nemmeno visibili a causa delle coperture di tessuto che li proteggono. Lo sculpt è una fedele rappresentazione dell'Ingram, e anche il lavoro di colorazione, per quanto semplice, è impeccabile, con scritte, targhe e sigle varie.
Piacevole da maneggiare, solido nella costruzione, peso e dimensioni soddisfacenti. Tutti gli snodi sono ad attrito. Andiamoceli a vedere:
La testa è montata su uno snodo fisso a sfera che le permette una rotazione completa a 360° (stando attenti alle antenne) e inclinazione in avanti e indietro. Belli i dettagli dei sensori in trasparenza attraverso il visore verde e interessante il design asimmetrico.
Il torace ha diverse cose carine di cui parlare. In primis due luci laterali (non funzionanti) estraibili:
In secondis, ospita la cabina del pilota e si apre esattamente come nella serie:
C'è anche il visore che a riposo sta in posizione orizzontale, ma può essere ruotato quando il pilota sale a bordo:
Inserire Noa è molto semplice, dato che si tratta di una semplice poltrona senza comandi da impugnare:
Postazione che può anche elevarsi in altezza per permettere al pilota di avere una visione più ampia, magari in caso di malfunzione del monitor.
Ben fatte le grate di areazione laterali.
Passiamo alle braccia, partendo dalle spalle. Anche qui gimmick molto ben fatta, tramite led sono simulati i lampeggianti della polizia, con una luce fissa arancione e due che si alternano appunto simulando la rotazione della luce. La parte elettronica è inserita nella spalla a pressione:
La mobilità delle braccia è buona, ma non vedendo direttamente gli snodi si deve andare un po' a tentoni per capire da che parte si sta piegando l'articolazione.
Quindi solite cose, snodo al bicipite, gomito che va oltre i 90°:
Anche l'avambraccio può ruotare e le mani sono inserite facilmente su snodi a sfera che permmettono rotazione e un certo grado di inclinazione. Un po' "sporco", semmai, il lavoro di panel line sulle mani che sono in materiale più morbido.
La rotazione del braccio, invece, è vincolata, immagino per via della presenza della copertura in stoffa. Verso l'alto si ferma a perpendicolo, mentre nell'altro verso non va oltra i 45° all'indietro, che se ci si pensa è anche il limite umano a causa dei muscoli pettorali.
Sul braccio sinistro, e solo sul sinistro, sono presenti due borchie che possono essere sfilate per lasciar spazio all'alloggiamento dove inserire lo scudo:
Più che sufficiente anche l'articolazione in vita, che permette rotazione (sempre limitata dal tessuto), inclinazione laterale e in avanti, ma non all'indietro:
Vabbè, qui si esagera, però ben venga una posa inginocchiata molto naturale, posa che poi serve al pilota per scendere dal mezzo o salirci, anche grazie alla carrucola posta nella zona frontale dell'inguine, sotto la targa, che qui è solo scolpita, ovviamente.
Il piede, infine, ha una copertura che si muove verticalmente e può piegarsi avanti e indietro e inclinarsi verso l'interno e l'esterno.
Rimaniamo ancora un attimo sulle gambe, perchè c'è un'ultima gimmick molto carina. La gamba destra, e solo lei per ovvie ragioni, nasconde l'alloggiamento per il Revolver Cannon, con un meccanismo che all'apertura estrae la pistola porgendola verso l'alto, pistola che si incastra saldamente in quell'adattatore a C:
E come ci arriva a prenderla? Robocop almeno ce l'aveva nella coscia la pistola! Eh, se la pistola non va alla mano... la mano va alla pistola:
La mano destra, di nuovo solo lei, può infatti estendersi dall'avambraccio per arrivare a impugnare l'arma:
Questo conclude la carrellata di caratteristiche del modello, passiamo quindi ora a un po' di pose:
Pronti a riportare l'ordine a manganellate in Via Giovanni da Procida angolo Vespri Siciliani!
Hop! Hop!
È tempo di fare sul serio e proteggere i sensori. Non è necessario smontare la testa per sostituire il frontale, ma ne approfitto per mostrare in quante parti è scomponibile:
e via di Shotgun:
Un paio di pose più dinamiche con l'ausilio della basetta:
Tirando le somme, mi ritengo molto soddisfatto di questa rappresentazione dell'Ingram, è un buon modello con delle belle chicche, posabile e dalla qualità elevata. È stato il primo Robo-Dou e col senno di poi posso dire che questa è una linea da tenere d'occhio perché offre qualità e dimensioni adeguate a un prezzo abbastanza contenuto per il periodo in cui viviamo. Ho visto che è uscita anche l'unità 2 (e 3), com'era ovvio aspettarsi dato che si tratta di pochi dettagli di differenza, e penso proprio che ci farò un pensiero quanto prima. È tutto gente, alla prossima!
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