sabato 22 marzo 2025

Mazinger Zero [by CCS TOYS]

Seconda uscita in casa CCS. Ero restio perché il soggetto non mi interessava, poi sono arrivate le foto del prototipo, molto più rivisitato e dettagliato rispetto alle controparti Bandai, poi sono arrivate le foto a colori... poi è arrivato il postino col pacco.

Provenienza: Shin Mazinger ZERO versus Ankoku Daishogun
Scala: No
Produttore: CCS Toys
Linea: Mortal Mind
Materiale: ABS, Diecast
Altezza: 250 mm alla testa, 345 mm con lo Zero Scrander
Note: Impianto LED
 

(Click sulle foto per ingrandire)

Questa mano può essere piuma o può essere ferr... no, era Con questa potenza posso essere un dio oppure un demonio! E in questo ennesimo reboot della storia di Mazinger Z, qualcosa va decisamente storto e il tanto amato difensore dell'umanità diventa il demonio che la condannerà alla morte e alla miseria. CCS si cimenta così nella sua rivisitazione di questa incarnazione malvagia dello Zetto, donandogli dettagli e pannellature degne di un Infinitism.

Alla fine della recensione della loro prima uscita, il Gurren Lagann, mi chiedevo se quella qualità avrebbe continuato a essere il marchio di fabbrica dei loro prodotti o solo un biglietto da visita per farsi conoscere, andiamo a vedere com'è andata. 

Cominciamo come al solito dalla ingombrante confezione:



Bello e stiloso il brownbox, con frontalmente il nome del mecha e un suo disegno CAD, sul retro e sui bordi, invece, solo il nome del Mazinger Zero e i loghi della serie, della CCS e della linea Mortal Mind di cui fa parte (onestamente non conosco altre linee di prodotti della CCS...).

Aperto il brownbox si estrae la scatola vera e propria:




Corredata da foto/illustrazioni suberbe e da scritte metallizzate color oro.

Andiamo oltre ed estraiamo il contenuto. Come già per il Gurren Lagann, la confezione interna presenta una sovracopertina, stavolta con le scritte in rosso metalizzato:


avvicinandosi si possono notare quasi impercettibili varie vignette tratte dal manga.

Tolta anche quest'ultima barriera arriviamo finalmente al contenuto vero e proprio:


E già possiamo notare come CCS abbia fatto tesoro dell'esperienza precedente correggendo i propri "errori".

Il Gurren Lagann, infatti, era alloggiato in un blister di plastica, cosa che ad alcuni, durante il viaggio, aveva causato la rottura della testa. Io per fortuna me l'ero cavata solo col blister rotto in un paio di punti, ma senza conseguenze. Stavolta si è optato per un più compatto e sicuro involucro di polistirolo a prova di scossoni. Vediamo in dettaglio:

Nel polistirolo è alloggiato, come visto, il Mazinger Zero sprovvisto di mani, la placca pettorale col vano pile e i gonnellini laterali del bacino, separati per evitare rotture.

 

Abbiamo poi DUE blister identici contenenti gli Iron Cutter grandi, gli effects per i reattori dei pugni a razzo, una basetta in metallo e un braccio snodabile per tenere i pugni a razzo in modalità di lancio.

 

Infine il blister posteriore contiene lo Zero Scrander, la basetta, le aste di metallo per sostenere il Mazinger sia in piedi sia in volo, alcuni connettori, le mani e le parti dell'avambraccio per l'inserimento degli Iron Cutter. Vedremo tutto in dettaglio successivamente.

Parlando di Iron Cutter, sotto la basetta sono parcheggiati quelli "standard" insieme all'asta corta per la posa in piedi.

Il blister di plastica nera però offre poca protezione e anche in questo caso qualcuno si è lamentato della rottura della punta dello Zero Scrander che sta all'angolo.

Ultima foto per l'immancabile foglio illustrativo di istruzioni:

più un foglio che spiega, anche in inglese, il funzionamento dell'impianto LED.

 

Tolto il tutto dalla scatola, diamo un'occhiata più da vicino ad alcune componenti, cominciando dalla basetta:


Oltre alla basetta in plastica traslucida nera, con la scritta in oro (vista l'esperienza col Gurren, stavolta sono stato molto attento a graffi e ditate), abbiamo le due aste in metallo che si innestano nell'apposito foro, una corta e una lunga per le pose aeree col connettore. Tale connettore si incastra col pezzo in basso a sinistra, un sostituto della parte inferiore della mutanda del Mazinger, dotato di scanalatura per l'aggancio. Infine a sinistra il connettore che scorrendo nell'asta servità alla posa in piano dello Zero Scrander.


Il Mazinger Zero, ormai libero dalla sua prigione di polistirolo, attende solo di essere assemblato per portare rovina sul mondo:

Vediamo le mani:

Non avendo armi da impugnare o pose particolari da riprodurre si è optato qui per un solo paio di mani completamente articolate. Come si può vedere le mani sono dotate di un perno in plastica per l'inserimento nel polso e di due coperture per il dorso, cosa che mi ha lasciato leggermente perplesso.

Quella di sinistra è "completa" per così dire, quella di destra ha il margine posteriore tagliato obliquamente per permettere alla mano di inclinarsi maggiormente all'indietro. Non avendo avuto particolari esigenze di posa, ho preferito tenere per lo più i dorsi completi, ma nel caso servisse più ampio raggio d'azione basta staccarla e riattaccarla anche se mi sembra una soluzione scomoda. Per lo meno così si ha accesso alla vite che tiene pressate sul palmo le dita, in modo da regolarne l'attrito alle nocche. 


Impianto LED:


Il blocco va ovviamente inserito nell'alloggiamento sul petto, ha i contatti laterali e il vano pile posizionato inferiormente (3x LR41 o AG3). I led sono una miriade di punti luce posizionati dietro le piastre rosse e illuminano con un effetto interessante le varie scanalature scolpite all'interno.

Infine si attaccano anche i gonnellini laterali che chiudono la mutanda appoggiandosi sul pezzo frontale del bacino.

Su questi devo fare una nota. Nella parte posteriore del bacino è presente un blocco a T con alle estremità laterali due piccoli snodi a sfera. Normalmente uno si aspetterebbe quindi di incastrare i gonnellini in questi snodi con un "pop" e poi poterli muovere e ruotare ad attrito liberamente. Ora io non so se dipende da me o dal modello, ma in nessun modo sono riuscito a inserirli in maniera "corretta", ammesso che esista. Posto che sono duri alla morte, pure scaldando notevolmente le parti con un asciugacapelli e premendo con tutta la forza, cercando comunque di non rompere la plastica, non trovano un alloggiamento che ne permetta la posa. Restano lì piantati in posizione, se li muovi cigolano per attrito e se li muovi troppo si staccano di nuovo. Non so davvero che dire, resterò col dubbio per paura di romperli, che sarebbe peggio, anche considerando che non deve tirare calci al cielo.

Ad ogni modo, una volta finito il montaggio, senza lame e senza scrander per un'analisi della posabilità, il risultato lascia piacevolmente soddisfatti:




 

Ottima verniciatura da capo a piedi, suppongo, quasi nulla fa percepire pezzi colorati in pasta. Satinato e ricco di dettagli con vari toni di grigio che spezzano qua e là la monotonia dell'antracite primario.

Non si è lesinato su pannellature e dettagli nello sculpt, davvero ottimo. 

Il modello è pesante, siamo vicini al Kg, indice di una discreta presenza di metallo, che però, a differenza del già pluricitato Gurren Lagann, è nascosto quasi del tutto all'interno dell'armatura di plastica. A vista rimangono praticamente solo gli snodi di gomiti, anche e ginocchia. A proposito di snodi, sono tutti ad attrito, nessuno scatto da nessuna parte.

Inquadriamo più da vicino la zona pettorale per ammirarne i dettagli:


 

Anche zoomando non si notano sbavature di sorta e anzi si può ammirare la cura e la cattiveria di questa incarnazione del demonio.

Il pilder, qui praticamente un cervello, è un pezzo unico con la testa e non può essere estratto.

La bocca può aprirsi, rendendo Mazinger ancora più spaventoso. Peccato solo che all'interno della bocca, dipinta di rosso, sia visibile un cerchio, segno di stampo.

La testa è montata su un perno a sfera e può conseguentemente muoversi senza problemi, ma il collo non ha alcun grado di movimento, è una colonna rigida su cui poggia la testa, forse per questioni di impianto LED o forse per via del grosso bavero che lo circonda posteriormente. Si sente però la mancanza di un movimento quantomeno in avanti, per accentuarne la bestialità, tipo Eva 01 in berserk.



La mobilità degli arti superiori è completa, anche se ostacolata dalle piastre pettorali. La spalla ha una serie di paratie scorrevoli che permettono di non lasciare antiestetici buchi mentre la si ruota verso l'alto o il basso, può spostarsi in avanti e indietro grazie a uno snodo a farfalla che la collega al torace ed è provvista di rotazione al bicipite, che viene raddoppiata dalla rotazione al di sotto del gomito. Gomito che è a doppio snodo con tanto di sezione dell'avambraccio che rientra per permettere, al netto dei volumi, la corsa completa.

L'avambraccio può inoltre ruotare sul suo asse e il polso ha qualche grado di inclinazione in ogni direzione, che va a sommarsi alla rotazione all'indietro o in avanti del perno della mano.

Il braccio ovviamente si separa proprio sotto lo snodo in metallo del gomito per permettere il Pugno a Razzo.

Visto che siamo a parlare di arti superiori, concludiamo con le mani, ottimamente scolpite, ma un po' rigide nella posa. Nonostante gli snodi a sfera alle nocche, le dita non riescono ad avvicinarsi molto fra di loro e il pollice è un po' limitato nei movimenti, rendendo il pugno chiuso non eccellente, cosa che per un mecha che fa dei pugni una delle sue armi più iconiche non è proprio il massimo.




Per quanto riguarda il busto, si possono notare i dettagli della spina dorsale mentre questo si piega in avanti e ovviamente anche all'indietro.


L'addome può ruotare sul bacino e anche inclinarsi lateralmente. Anche qui nessun problema di posabilità.

Per quel che riguarda anche e gambe, lascio parlare le foto successive:





Gli snodi a sfera delle anche permettono, visto il design della mutanda, grande libertà, a patto di manipolare con cura i gonnellini ribelli per lasciare campo libero alle gambe.

Rotazione della gamba all'anca, ginocchio a doppio snodo con consuete parti in movimento, anche se si è visto di meglio in giro in termini di dettagli a vista, in definitiva un ottimo range di pose, anche se la posa inginocchiata soffre un po' rispetto ad altri modelli. La spaccata frontale però la si esegue senza problemi, anche se non credo qualcuno lo poserà mai in modalità ballerina.



Pure le caviglie non sono da meno e il piede, altamente dettagliato sulle suole, è diviso in due pezzi.

Insomma, pur se con qualche limitazione, la posabilità è ben oltre la soglia della soddisfazione.

Passiamo ora alla gimmick dell'impianto LED:




 Una volta inserite le pile, la cosa bella è che non c'è un antiquato interruttore ON/OFF, ma un pulsante a sfioramento. Una delle piastre superiori della schiena, come la si accarezza, accende petto e testa. Sfiorandola una seconda volta, mantiene la testa accesa, ma innesca la pulsazione del petto. La terza volta corrisponde allo spengimento.

È in verità davvero molto sensibile, basta maneggiare il modello per ritrovarselo acceso, ma non è un grosso problema e l'effetto è molto molto bello. Mi pare abbia anche una funzione che permette l'autospengimento dopo 5 minuti, ma potrei confondermi con un altro modello.

L'effetto è molto bello, ma difficilmente si tengono modelli del genere con le pile installate e il rischio di fuoriuscite di acido. Per fortuna Mazinger Zero non soffre della sindrome degli occhi morti, anche senza illuminazione lo strato sottile di vernice lo lascia assolutamente presentabile anche da spento.

 

Passiamo ora a completare il modello con i suoi accessori caratteristici a cominciare dallo Zero Scrander:


 Si apre la paratia sulla schiena...


 e si inserisce l'apposito supporto sul quale poi si andrà a incastrare lo scrander:


 Essendo un perno cilindrico in buco cilindrico, lo scrander è liberissimo di ruotare.

Passiamo alle braccia:

Si toglie la copertura "piena" dell'avambraccio (notare i dettagli nascosti),

 




si prendono le lame degli Iron Cutter e si inseriscono nei rispettivi alloggiamenti (che permettono però solo questa posa, non si possono ruotare le lame in avanti come in alcune tavole del manga).

Infine si richiude tutto con la nuova copertura per l'avambraccio, dotata di scanalature per le lame.

Et voilà!


Di nuovo, ammiriamo da ogni angolazione il Mazinger Zero ora completo:





 Lo Zero Scrander, che posso tranquillamente impugnare nella mia mano tanto è grande, è ricco di dettagli e leggero, quindi non sbilancia all'indietro Mazinger.


E ora finalmente qualche posa. 

E non possiamo che cominciare con l'arma meglio rappresentata da questo set, ovvero i Rocket Punch:



Impreziositi dagli appositi effects della propulsione.

Nel dettaglio la basetta con braccio snodabile:


 Il peso alla base non è da sottovalutare, ma leve particolarmente svantaggiose la faranno ribaltare, quindi meglio restare nelle vicinanze. Forse il tutto poteva essere sostituito da un più canonico sostegno in plastica trasparente senza scomodare braccia metalliche snodate, ma chi sono io per recriminare.


 Ed eccolo inquadrato di lato. Per connettere il braccio al supporto si deve scostare leggermente in avanti la copertura dell'avambraccio in modo da lasciare lo spazio per inserire la lamella di plastica del sostegno.


 Questi sono i tre pezzi che compongono l'effect. I primi due si usano quando braccio e avambraccio sono ancora connessi, poi si aggiunge il terzo quando viene sparato.

Doppio Rocketto Panchi!



 

Infine si possono sostituire gli Iron Cutter con quelli più grandi disposti ad arco:


 o una qualunque combinazione. In questo modo si ottiene una variante che però non eguaglia il Giant Iron Cutter:



 Qui magari si fa sentire la mancanza di un LED anche per l'effetto fiamma.

 

BREAST FIRE!


Infine, come dicevo all'inizio parlando della basetta, è possibile disporre lo Zero Scrander in piano col Mazinger Zero sospeso al di sopra:

 




FINAL BREAST NOVA!


E con questa ultima foto arriviamo a tirare le somme.

CCS ha dimostrato di saper imparare dai propri errori e di essere una casa in divenire. La qualità di questo modello, al netto di piccoli difetti, è altissima e non rimpiango un centesimo speso, ma se devo essere onesto non so stabilire se Mazinger Zero sia migliore o peggiore del Gurren Lagann, anche perché quest'ultimo mi è molto più caro come soggetto, mentre lo Zetto l'ho comprato per la bellezza dell'oggetto in sé, bellezza che posso confermare ora che l'ho toccato con mano.

Posso solo sperare che CCS continui così e vada migliorandosi di uscita in uscita, io per ora la promuovo a quasi pieni voti, che se no poi si monta la testa e si adagia sugli allori.

Alla prossima!

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