lunedì 28 dicembre 2020

Gurren Lagann [by CCS TOYS]

Comprato sulla fiducia e a lungo atteso, finalmente giunge in mano mia questa nuova rappresentazione di uno dei robot che preferisco in assoluto e che non ha certo bisogno di presentazione alcuna. Ne sarà valsa la pena? Spoiler: sì.

Provenienza: Tengen Toppa Gurren Lagann
Scala: 1/100
Produttore: CCS Toys
Materiale: ABS, Diecast
Altezza: 225 mm

(Click sulle foto per ingrandire)

Nuova azienda cinese (in realtà ha esordito con dei pulcini robot niente male...) che opera legalmente su licenza (in questo caso Konami), CCS Toys si affaccia sul mercato proponendo come primo prodotto nientepopò di meno che il Gurren Lagann, robot che come già detto adoro e di cui negli anni si sono avute non tantissime realizzazioni dalle più disparate case produttrici, dal semplice Revoltech, all'elaboratissimo Studio Half Eye, passando per l'acclamato Konami/Max Factory che purtroppo non possiedo e ciò mi impedirà confronti all'americana.

L'unica versione in mio possesso di questo mecha è quella realizzata da Sentinel, recensita ormai diverso tempo fa (son già passati 6 anni...), di cui ancora mi sento felice possessore.

Come il Sentinel, anche questo CCS Toys non può dirsi una fedele trasposizione del mecha come visto nell'anime, ma ne è una parziale reinterpretazione che interviene sul design dell'originale arricchendolo di pannellature e cambiando dettagli qua e là come ad esempio la forma delle gambe, dei gonnellini, ecc, fornendo un "ammodernamento" d'impatto che magari i puristi non troveranno di loro gradimento, ma io, si sa, accetto di buon grado le rivisitazioni se ben fatte.

Non indugio oltre nei preamboli, dato che il soggetto è ben noto ai più, perciò focalizziamoci sulla resa finale del prodotto e posso anticipare fin da subito che è molto molto alta, a cominciare dalla confezione che come di consueto sarà la prima cosa che andremo a vedere:

Il tutto arriva nel suo bel brown box, recante sul fronte l'inconfondibile logo del Gurren Dan, col nome del soggetto e un disegno tecnico frontale dello stesso, sul retro più semplicemente solo il nome del mecha:


 

La scatola è imponente, tanto che messa per verticale non entra nel mio set fotografico, ed è proprio per verticale che si sviluppa una volta estratta dal cartone protettivo. Coloratissima e riccamente illustrata, con un'arte frontale degna di essere esposta appesa come un quadro e scritte in oro quasi su ogni lato. Il retro, come spesso accade, è delegato invece alle foto esplicative del modello vero e proprio:




Davvero stupenda, ma non finisce qui! Estraendo infatti il contenuto della scatola, questo è protetto ulteriormente da una sovracopertina a incastro molto evocativa per chi conosce la serie:

Ovvero il pannello di accensione del Lagann, con la chiave-trivella inserita (che ha il bordo tratteggiato e potrebbe essere tolta lasciando il buco, ma onestamente non vedo perché deturparla).

Una presentazione esteticamente davvero ricercata ed impressionante finora, e ancora non siamo arrivati al robot...

Rimossa anche l'ultima barriera di cartone che ci separa dal nostro bramato acquisto, questo è quello che si presenta ai nostri occhi:

Un blister di plastica nera sostanzialmente diviso in due fra mecha e accessori vari, nonché un libretto che ci illustra le varie fasi di montaggio e uso degli accessori. Togliamo l'ennesima copertura di plastica e vediamo il tutto più da vicino...

Cominciamo subito col pezzo da 90, il Gurren Lagann torreggia in mezzo alla metà inferiore. Non lasciatevi ingannare dalla mancanza di riferimenti. Come già detto, la confezione è enorme e la metà di enorme è una bella dimensione per un modello. Alla sua sinistra si può notare in alto il gonnellino posteriose, gli occhialoni da montare sul "petto" e più in basso il corpo centrale del modulo di volo con le sue relative trivelline.

A destra invece due trivelle di dimensioni diverse, proprie del Gurren Lagann.

La metà superiore della scatola è invece impegnata da altri 2 blister di plastica trasparente, sovrapposti fra loro, contenenti il resto degli accessori:


Qui abbiamo evidentissima la basetta espositiva, sotto di essa due aste di metallo di differenti dimensioni per sostenere il modello. A sinistra invece abbiamo, partendo dall'alto:

  • Due diademi frontali, uno semplice, uno predisposto per l'aggancio con una trivella;
  • Il pezzo sostitutivo per il faccione sul petto del Gurren Lagann per quando si tolgono gli occhialoni;
  • La minitrivella da applicare all'apposito diadema sulla fronte;
  • Due volti alternativi a quello già montato;
  • Tre paia di mani extra che vanno ad aggiungersi ai pugni chiusi già montati: mani per impugnare, mani per indicare e mani aperte.

 

Nel secondo blister invece:

  • Il resto delle componenti del modulo di volo, ovvero le due ali (esattamente identiche e intercambiabili) e la pinna frontale;
  • Gli scudi da montare sulle spalle, col logo del Gurren Dan;
  • Gli occhialoni-boomerang, piatti a differenza di quelli da montare sul petto;
  • Un triliardo di piccole trivelle, in 3 misure diverse: 4 grandi, 6 medie e 18 piccole;

E questo conclude la dotazione presente.

Se proprio devo fare un appunto al confezionamento, riguarda il materiale del blister principale nero. È costituito da plastica molto fine, non proprio indicatissima per reggere gli urti di un viaggio cercando di proteggere e tenere fermo un robot di quasi un Kg di peso. A me è andata bene, ho notato una frattura nell'imballo solo nella parte a cavallo fra le 2 trivelle, ma ci sono persone a cui è andata peggio e si sono ritrovare col robot danneggiato. Qualcosa di più solido o magari a corpo pieno come foam o polistirolo sarebbe più indicato probabilmente. Comunque...

Prima di passare al nostro beniamino, soffermiamoci un attimo sulla basetta:


Un bel piedistallo nero, leggermente trasparente, con un'elegante scritta dorata del titolo della serie. Purtroppo la basetta è condannata a collezionare polvere, ditate e graffi, già dal primo contatto coi piedi metallici del modello, infatti, i segni sono inevitabili.
I due bracci metallici di sostegno servono alternativamente a mantenere il Gurren Lagann stabilmente in piedi (non che ne abbia bisogno) o in elevazione sospeso da terra. Sono ovviamente solidi, visto il materiale e il diametro di mezzo cm circa e si incastrano saldamente nel buco preposto sulla superficie della base. Il punto di incastro sul robot è a sostegno dell'inguine, con inserimento in un foro rettangolare nascosto sotto il gonnellino posteriore. Nessun problema di incastro o di rimozione e la posa è stabile. Purtroppo però, le uniche pose ottenibili in questo modo sono in stazione eretta, dato che non è possibile inclinare il modello in avanti per pose di volo più dinamiche.

Ora cominciamo con lo spupazzamento...

Estratto dalla scatola è necessario un po' di assemblaggio:


Vanno cioè montati i pezzi che per motivi di imballaggio e rischio rottura/graffi non sono stati assemblati a priori, niente di trascendentale. Gli scudi laterali, quasi interamente in metallo, si montano agilmente sui snodi a sfera delle spalle, si inseriscono gli occhialoni da sole nel foro preposto fra gli occhi del faccione pettorale, si inserisce il diadema frontale (molto duro da togliere, va detto, per l'eventuale sostituzione con quello alternativo) e infine si monta il gonnellino posteriore sull'apposito braccetto snodato sul retro del bacino, dotato di due perni. Taaaac, fatto. 

Eccolo perciò intero, ma con la faccia del Gurren scoperta (e con l'apposito pezzetto sostitutivo privo di foro per gli occhiali, per una resa più pulita):

E poi completo di tutto punto, occhialoni fighi inclusi:



Da dove cominciare? Le foto direi che parlano praticamente da sole, la resa estetica del modello è fantastica, a gusto mio ovviamente, sia per merito del bellissimo sculpt, come già detto una stilizzazione del Gurren Lagann, sia soprattutto per una colorazione metallizzata eccellente, con varie tonalità di rosso, grigio e oro (palette decisamente efficace e gradevole già di partenza). Solo pochi, pochissimi elementi sono colorati in pasta, il resto, che sia di metallo o plastica, è interamente dipinto con solo alcune impercettibili sbavature nei dettagli turchese delle gengive del volto pettorale. Il resto è impeccabile.

Il modello è imponente e pesante data la massiccia presenza di metallo che non si limita solo alle strutture interne e agli snodi, ma si affaccia anche abbondantemente in superficie. Come già detto gli scudi delle spalle sono quasi interamente in metallo, tutti gli snodi di spalle, gomiti, anche, ginocchia e caviglie, la porzione superiore delle braccia, le cosce, i piedi e altri dettagli sparsi, non mi sono messo a fare il censimento completo.

La stabilità è ottima e la posabilità molto più che sufficiente come andremo a vedere in dettaglio fra un attimo.

Insomma, una volta in mano non si rimane affatto delusi. Bello, solido e pesante. Non siamo di fronte a un modello che a fronte di un'estetica eccezionale contrappone una realizzazione leggera e/o traballante, tutto l'opposto.

Quindi forza, scandagliamolo da testa a piedi in dettaglio e partiamo dal Lagann:




Qui rappresentati tutti e tre i volti disponibili, quello con espressione neutra (montato di default), quello a denti stretti e infine la faccia a bocca aperta, tutti e tre molto espressivi e fedeli. La testa, in plastica, è montata su un perno con doppio snodo a sfera passante all'interno di un altro pezzo "volante" che funge da collo vero e proprio e permette, nonostante le limitazioni imposte dall'elmo, un discreto range di pose, sia in inclinazione che in rotazione. 

Per cambiare i volti la testa va estratta tirandola verso l'alto, l'importante è afferrarla saldamente poi verrà via insieme a tutto il perno. L'estrazione della faccia, incastrata su due scanalature ai lati del contorno viso, non è propriamente agevole. Bisogna lavorare pazientemente tirandola facendo presa sul mento o sulla bocca (con la paura di grattare via la vernice) e dondolandola avanti e indietro in quel poco spazio che i bordi dell'elmo lasciano per manovrare. Come molti altri pezzi da smontare e rimontare in questo modello (faccia, diadema, pezzo alternativo del volto pettorale, copertura della schiena per l'incastro del modulo di volo, gonnellino posteriore) le prime volte sono molto dure, sia perché la verniciatura fa un po' da collante, sia perché le tolleranze sono pressoché nulle, ma ovviamente col tempo le cose si fanno leggermente più agevoli, l'importante è essere delicati e non usare un piede di porco per evitare graffi alla vernice.


Passiamo alle braccia:


Come già detto, l'articolazione, partendo dall'interno del torace fino oltre il gomito, è tutta in metallo. Lo snodo a sfera della spalla è collegato al corpo del robot tramite un'ulteriore snodo sferico che consente alla spalla stessa di alzarsi, abbassarsi, avanzare verso il petto e arretrare donandole grande posabilità e dinamismo. Il movimento in estensione delle braccia è ad attrito, ma la rotazione della spalla è invece a cricchetto "morbido", per agevolare il sostegno della grande trivella in dotazione, che per quanto leggera possa essere ha pur sempre un notevole ingombro.

Collegato al suddetto snodo vi è anche il braccio per il sostegno dello scudo, la cui copertura, incernierata alla base, può essere ribaltata per agevolarne la messa in posa. Il perno però è vincolato al solo asse laterale, potendosi muovere verso il corpo o nella direzione opposta, il resto è delegato allo snodo a sfera che si connette allo scudo. Nonostante tutto, ruotando e spostando i vari componenti, la stragrande maggioranza delle pose è ottenibile senza difficoltà, cosa molto piacevole data la varietà di pose iconiche proprie del soggetto in esame.

Ovviamente presente lo snodo di rotazione del braccio fra spalla e bicipite, scendiamo ancora e arriviamo al gomito che presenta un doppio snodo per una piegatura completa a 180° del  braccio senza inestetismi o voragini.

Anche l'avambraccio è libero di ruotare sul proprio asse a 360° dopo l'articolazione col gomito, inoltre, come si vede, il blocco del polso può inclinarsi ulteriormente per enfatizzare la curva dell'arto e dare maggiore espressività e posabilità alla mano a sua volta montata su un perno a sfera. Posabilità massima per gli arti superiori.

Altra foto, stavolta da dietro, per mostrare l'articolazione del tricipite che scorre e la rotazione dell'avambraccio. Bellissimo.

Parlando di polsi, il movimento in su e giù del blocco è conseguenza del fatto che tutta quella parte di braccio si aggancia ad un cilindro interno e può essere rimossa per connettere le trivelle, ecco cosa si vede una volta smontata:

E visto che ci siamo, mostriamo pure il perno di aggancio delle mani:

A sfera, come già detto, abbastanza libero di ruotare in ogni direzione. Però, ecco, magari fra tutti i vari componenti, questo avrei decisamente preferito fosse in metallo anziché in plastica. Le mani già montate entrano ed escono facilmente, restando comunque salde in posizione una volta inserite, ma le altre mani in dotazione offrono un po' di resistenza all'incastro e bisogna cercare di tenere il perno il più in asse possibile col foro, spingendo e al contempo ruotando la mano per infilarla in sede. La paura che un movimento storto possa rompere qualcosa c'è sempre, ma nulla di tutto ciò è successo, per fortuna o per robustezza del pezzo in questione.

Un'ultima posa per dimostrare la posabilità delle braccia:

Passiamo oltre e occupiamoci del corpo del Gurren Lagann concentrandoci sul busto più espressivo dai tempi di Micene:

Anch'esso ottimamente scolpito e colorato, con giusto qualche incertezza sui dettagli azzurrini come già accennato. Un peccato, quasi, che gli occhi siano fissi, ma i bulbi mobili sono una chicca del Sentinel qui difficilmente replicabile. Con gli occhialoni montati, sapete che ci sarebbe stato da Dio? Gli occhi illuminati, ma anche in quel caso, da spenti, sarebbero risultati morti, quindi dai, va benissimo così, ci s'accontenta.

Il busto può ruotare a 360° sul bacino e grazie alla presenza della bocca può inclinarsi avanti e indietro ottenendo il duplice scopo scenico di aprire o chiudere le fauci:


Presente il dettaglio della cabina di pilotaggio del Gurren all'interno della bocca e il tutto con molta meno aria rispetto al Konami, da quel che si vede nelle foto almeno.

Oltre  a ciò, anche se limitatamente per ragioni estetiche, la parte superiore può inclinarsi lateralmente:

Per quanto riguarda il bacino, questo è dotato di quattro gonnellini, frontale, posteriore e laterali:


Quello frontale e quello posteriore hanno una limitata escursione in avanti e indietro rispettivamente, mentre quelli laterali, per far spazio alle gambe, hanno un range di movimenti più ampi potendosi estendere all'esterno e ruotare in avanti e indietro. La parte dorata è a sua volta incernierata e capace di aprirsi ulteriormente. Nonostante tutto però, le gambe non sono libere di assumere qualsivoglia posa proprio a causa dell'impedimento rappresentato dai gonnellini laterali. Portare la gamba a 90° in avanti o più in sù è pressoché impossibile. Peccato.

E parlando di gambe...

Classico snodo a sfera per le anche, con perno di rotazione all'attacco della coscia. Massima libertà, se non fosse appunto per il gonnellino.





L'articolazione a doppio snodo del ginocchio è davvero impressionante. Non siamo ai livelli delle pannellature che collassano di Sentinel, ma poco ci manca. Un sistema di leve e parti scorrevoli espone i meccanismi interni, mantenendo un'ottima estetica e consentendo un angolo di molto superiore ai 90°.


La caviglia è un po' più ingessata e limitata nei movimenti in avanti, indietro e inclinazioni laterali a causa delle parti sporgenti e non mi sembra sia possibile estrarla per incrementarne il range, ma potrei aver peccato di prudenza, non di meno ricca di dettagli e finiture. Il piede è diviso in tre parti, tacco, parte centrale e punta, libere di inclinarsi.


Ora che abbiamo visto abbastanza da vicino tutte le articolazioni, prima di vederle in azione, dedichiamoci un attimo anche al modulo di volo, perché nessun super robot è tale senza le sue ali.
Le parti da assemblare sono quelle viste in precedenza:



Una volta assemblato, non presenta grandi parti mobili, eccezion fatta per le ali che possono parcheggiarsi in maniera più compatta e per il perno di aggancio che può inclinarsi e allungarsi. Nel Sentinel, per fare un confronto, pure la sfera gravitazionale/motore poteva essere estratta.
 
Per eseguire l'agganciamento è necessario rimuovere il pannello sulla schiena che copre l'alloggiamento preposto, operazione che mi ha visto penare non poco sempre per quel discorso di tolleranze nulle. Con pazienza, alla fine, è venuto via senza danni:

 Ed ecco perciò il Gurren Lagann pronto a sfondare i cieli!



E con le ali parzialmente retratte:

L'aggancio è saldo e il mecha ne guadagna in completezza e badasseria. Tramite lo snodo del modulo è possibile anche variare l'angolo del blocco ali, sollevandolo e inclinandolo fin quasi a fargli assumere una posizione parallela al terreno:


È tempo di metterlo un po' in posa, cominciano proprio dalla sua più classica, col dito puntato in segno di sfida verso il cielo!

Stessa foto con un po' di luci estemporanee:



Sfoderiamo un po' di armamentario. La prima arma è rappresentata dagli occhiali sul petto che il Gurren Lagann stacca e usa come un boomerang imitando il Grande Mazinga, spesso pure sdoppiandoli per immobilizzare il nemico e dargli il colpo di grazia con l'attacco finale. Una mancanza di questo set è proprio quella di un secondo paio di occhiali "piatti", si può ovviare utilizzando quelli piegati staccati dal petto, ma l'effetto non è lo stesso. Sarebbe bastato davvero poco.


Un altro paio di pose effettate:




Ma Gurren Lagann è una serie famosa per le trivelle, simbolo della spirale che rappresenta la doppia elica del DNA e l'avanzare dell'evoluzione, l'eterno e infinito progredire che si oppone all'immobilismo. E oltre alle decine di trivelline che vedremo fra poco, il modello è dotato di due trivelle di dimensioni più consistenti:

Come spiegavo prima, per connettere le trivelle al braccio si deve staccare il polso.
 
GIGA...

...DRILL...

...BREAKEEEEEEEEEEEER!!


La trivella, fissata al polso, è comunque libera di ruotare e le braccia sostengono senza problema alcuno il peso, lieve, anche di quella più grande.
Certo, in confronto al Giga Drill Breaker che si vede nella serie
 

pure la trivella grande sembra uno stuzzicadenti, ma per averne una in scala mi sa che, soprattutto con un modello di queste dimensioni, servirebbe una scatola a parte... rimane comunque un discreto accessorio per esporre il mecha in posa d'attacco.

Ovviamente possono essere accessoriate anche insieme, ma l'asimmetria fa un effetto un po' strano.



Dalle trivelle enormi, passiamo a quelle più piccole, cominciando dalle coppie applicabili ai polsi:


E infine la spettacolare Full Drillized version applicando TUTTE le 28 minitrivelle. La cosa davvero intelligente è che sono magnetiche, quindi basta avvicinarle alla sede che deve ospitarle e... tlack! si attaccano saldamente e altrettando facilmente si tolgono. Molto meglio che incastrarle una per una.



 

E più in dettaglio:




L'unica che non è magnetica, e a questo punto non capisco perché, forse era troppo piccola, è quella della fronte che va inserita nell'apposito perno dopo aver sostituito il diadema sulla testa. Favoloso e pericoloso per le mani...


Come ultima cosa, un veloce confronto fianco a fianco col Gurren Lagann della Sentinel:


Mi sono profuso in lodi per il Sentinel al tempo e ancora lo ritengo un ottimo prodotto di cui amo le soluzioni tecniche, la posabilità dovuta a degli snodi fantastici e le chicche come gli occhi che si muovono insieme alla testa, ma inutile negare che il CCS Toys è su un altro livello per dimensioni, materiali e impatto visivo, se gli affiancassero un Rasengan sarei al settimo cielo.

E poi col Trider, che ormai è diventato il povero metro di paragone, giusto per far vedere le dimensioni rispetto a un SoC:


Due mondi agli antipodi, proprio...


Beh, dunque, tiriamo le somme su questo primo modello di CCS Toys. Per quanto mi riguarda, ovviamente, è un successo pieno, forse uno dei migliori se non il miglior modello nella mia collezione soprattutto al prezzo proposto, ma non voglio sbilanciarmi. Ne ho tanti belli, ma alcuni vanno incontro a compromessi dovuti a un'eccessiva fragilità, dimensioni ridotte, assenza di metallo (non che influisca, ma se c'è...), posabilità limitata, altro.
Questo Gurren Lagann ha dalla sua più o meno tutto.
Un ottimo sculpt e una verniciatura all'altezza. Dimensioni notevoli e un peso discreto. Presenza di metallo decisamente superiore alla media, snodi fantastici e posabilità più che sufficiente, buona dotazione di accessori, confezione bellissima.

Vogliamo lamentarci? Ok, lamentiamoci. La confezione dovrebbe avere degli imballi interni più resistenti. Il modello non ha nessuna gimmik particolare (occhi led, agganciamento fra Gurren e Lagann), manca un secondo paio di occhiali boomerang, manca una trivella più grossa di lui, limitata posabilità delle cosce e delle caviglie che mi impedisce di metterlo in ginocchio, polsi a richio, il braccio della basetta è un palo diritto e non permette di inclinare in avanti il robot, difficile rimuovere alcune parti come il volto, il diadema e la placca sulla schiena... che altro... non è fedele all'anime!
Non lo so, davvero bisogna sforzarsi a rompere i coglioni per trovare difetti a questo capolavoro.

CCS Toys rischia seriamente di diventare la mia azienda preferita se non una delle migliori sul mercato se continua così, essendo pure a posto con le licenze. Vedremo se questo Gurren Lagann rimarrà un'eccezione, un biglietto da visita particolarmente curato con cui l'azienda ha voluto presentarsi al pubblico o se continuerà a mantenere una tale qualità realizzativa a questi prezzi, certo non regalati, ma in un mondo del collezionismo in cui ormai ogni preorder supera tranquillamente i 300 euro, questa è una boccata d'aria per il portafogli.

Il prossimo in lista è lo Shin Mazinger Zero, ammetto che sono tentato...
Stay tuned perché rimaniamo in tema Gurren Lagann!

3 commenti:

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  2. "...davvero bisogna sforzarsi a rompere i coglioni per trovare difetti a questo capolavoro...." Ah! Ah! Ah! ancora sto ridendo !!!....questa recensione ed in particolare la frase suddetta, dovrebbe essere messa come titolo di ogni forum sui robot !!!....complimenti per la recensione....purtroppo questo non sono riuscito a recuperarlo ancora....e se ci riuscirò stavolta sono sicuro che il prezzo sarà lievitato....però ne vale la pena....

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    1. Posso solo augurarti che non lieviti oltremisura. È davvero una soddisfazione possederlo, se non si cerca l'anime-perfect. Questa casa ha in serbo un capolavoro dopo l'altro, sto tentennando sul prossimo Shin Mazinger Zero, ma col proto dello Shin Getter non ho resistito.

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