venerdì 25 giugno 2021

EVANGELION: NEW THEATRICAL EDITION - ROBO-DOU - EVANGELION TEST TYPE-01 [by THREEZERO]

"Però quanto a te, quanto a quello che non puoi fare che tu, per te, qualcosa da poter fare potrebbe esserci."

Provenienza: Evangelion: Nuova versione cinematografica
Scala: No
Produttore: Threezero
Linea: Robo-Dou
Materiale: ABS, PVC, POM, ZINC ALLOY
Altezza: 250 mm

(Click sulle foto per ingrandire)

Era da tanto che volevo un Eva 01 in collezione, ma nessuno di quelli usciti mi convinceva al 100%. Poi è arrivata Threezero e mi sono innamorato della sua versione, così, invece dell'Eva 01 della serie classica che ormai nessuno fa più, mannaggia, mi sono preso quello del Rebuild of Evangelion, la nuova versione cinematografica di cui sto ancora aspettando l'adattamento italiano del quarto e ultimo (?) film mentre schivo spoiler come Neo in Matrix.

ROBO-DOU, nuova linea di Threezero di cui, essendomi perso la prima uscita, l'Ingram unità 1 di Patlabor, non sapevo assolutamente nulla ed ero perciò abbastanza curioso. Del resto di Threezero avevo potuto apprezzare la qualità delle finiture e del weathering con l'enorme (ma plasticone) Getter 01 da loro reinterpretato, tanto che pensavo, all'inizio, che pure questi altri robot sarebbero stati colossi di 40 cm. Fortunatamente, per amor di esposizione, le dimensioni di questa linea sono più contenute, ma non meno generose per i miei standard. C'è stato uno scambio equivalente fra altezza e materiali.

Grazie quindi all'amico Ai-Robot, che mi ha permesso di recuperare sia l'Ingram ormai sold out (prossimamente su questi schermi) che l'Eva 01, pure lui esaurito e in ristampa. Sotto con la review!

La scatola del modello è molto curata esteticamente ed è anche abbastanza grandicella!



È dotata di uno sportello frontale fissato col velcro, che si apre per mostrare il contenuto:

Ciò che subito stupisce piacevolmente è che il soggetto, ora visibile, occupa una considerevole percentuale di spazio verticale al suo interno, che si traduce in 25 cm di dimensione artistica. Cominciamo decisamente bene.

Due sono i blister all'interno:

Quello posteriore contiene i pezzi della basetta, mentre quello frontale contiene tutto il resto:

Nella fattispecie, oltre ovviamente all'Unità 01:

  • Un lungo Umbilical Cable con l'anima in metallo per poter essere posato;
  • Una testa alternativa per l'Eva 01 in berserk;
  • Due versioni dell'Entry Plug, una corta e una... giusta;
  • Un Progressive Knife;
  • Un connettore per l'Umbilical Cable;
  • Una spalla sinistra alternativa aperta, nella quale inserire...
  • Un Progressive Knife pieghevole;
  • Un Pallet Rifle;
  • Mani aperte;
  • Mani chiuse a pugno;
  • Mani per impugnare il Pallet Rifle;
  • Mano destra per impugnare il Progressive Knife.

Si sente la mancanza di una Lancia di Longinus (e non solo), ma sicuramente la allegheranno a un'uscita successiva per invogliarne l'acquisto.

Infine troviamo nella confezione la garanzia di Threezero, il pieghevole a colori che illustra le articolazioni, i punti a cui fare attenzione per evitare sfregamenti e come cambiare i pezzi e infine una bustina con il corno da montare sulla fronte, perché evidentemente il pericolo rottura era molto elevato e hanno fatto bene. La testa berserk invece ce l'ha già montato, ma è molto più protetta e immobile rispetto a tutto il mecha... che poi parlare di mecha quando in realtà è organico... vabbè.

Tolte le plastiche di protezione per evitare graffi e trasferimenti di colore, ci troviamo di fronte alla seconda sorpresa: il peso del modello! Si fa davvero sentire. Non sono uno che pesa i modelli, ma la curiosità a questo giro ha preso il sopravvento e la bilancia, per un robot così mingherlino, mi ha restituito un peso di poco più di 4 etti. Che faccio, lascio?

Ed è presto detto perché, analizzando una delle foto promozionali:

Braccia e gambe sono praticamente totalmente in metallo, articolazioni comprese, e pure buona parte della spina dorsale e delle altre giunture non lesina in materiali. Sono rimasto davvero piacevolmente stupito, il ché continua a deporre a favore di questa nuova linea di Threezero, non c'è che dire.

Prima di passare al protagonista di questa recensione, diamo un'occhiata veloce anche alla basetta ROBO-DOU Action Stand:

Il montaggio è a incastro, molto semplice ed efficace anche nello smontaggio dato che da sotto è possibile disincastrare la struttura con una pressione delle dita. Il braccio è regolabile sia in inclinazione frontale che in altezza ed è bloccato in posizione da apposite levette. Questa sarà la base standard della linea ROBO-DOU, dato che non reca alcun riferimento alla serie di Evangelion, eccezion fatta ovviamente per la seconda versione "da basetta" della spina di alimentazione del robot.

Solida, ben scolpita, sembra visivamente anche leggermente sfumata nei toni di grigio, fa il suo lavoro senza infamia e senza lode, anche se si poteva fare di più in termini di integrazione col soggetto e posabilità, ma ci torniamo dopo.


Vediamoci finalmente questa versione dell'Eva 01 in tutta la sua violacea maestosità:




La prima impressione a caldo è molto positiva. Il modello è ben bilanciato e stabile, proporzionato e fedele alla controparte cinematografica, si posa bene e come vedremo, data l'assenza di fronzoli nel design, le articolazioni hanno un gran bel range di possibilità. Tutti gli snodi sono ad attrito e ben saldi in posizione, almeno per ora.

 

Andiamo in dettaglio:

La testa è molto ben scolpita e dettagliata, montata sul collo con un giunto a sfera, di facile rimozione e rimontaggio per il cambio con la versione berserk.

La mandibola è articolata, si apre lasciando intravedere i denti rossi e si chiude, ma non si spalanca più di tanto:

Il collo vero e proprio non ha movimento laterale, può solo inclinarsi avanti e indietro per assumere la classica posa ingobbita dell'Eva 01, il resto dei movimenti è delegato alla testa che come già detto è montata su una sfera ed è limitata nel piegarsi all'indietro dall'ovvia forma dell'elmo che va a battere sul dorso quando il collo è verticale:

Applicando la giusta pressione, la testa si sconnette e siamo pronti all'innesto della variante:

Occhi rossi, bocca spalancata, sorriso Durbans, la testa berserk non ha parti mobili e del resto con quella dentatura sarebbe stato difficile articolarla. La resa espressiva è davvero ottima.


Rimaniamo in zona e occupiamoci di illustrare l'Entry Plug. Inclinando la testa completamente in avanti si sgombra il campo e si facilita l'apertura e l'estrazione del meccanismo di innesto:



Le due parti si inclinano e quella posteriore può alzarsi permettendo anche all'eventuale Entry Plug presente in sede di sollevarsi ed uscire allo scoperto.

Gli Entry Plug, come visto, sono due.

Uno lungo, o meglio dalle giuste proporzioni, che simula la messa in posizione prima di essere avvitato nell'unità 01:


L'altro più corto che fa le veci della versione avvitata a fondo:


Questa versione più corta, come accennavo prima, si abbassa in concomitanza con l'abbassarsi della copertura posteriore e può effettivamente essere alloggiata all'interno del modello una volta che tutto è chiuso e in posizione.

In primissimo piano si può notare che ho rimosso la copertura della spalla, fissata a quel perno semisferico posteriore. Allo stesso perno, con qualche leva, si va ad innestare la spalla alternativa, quella che serve a simulare l'estrazione del Progressive Knife dal suo alloggiamento:


Questo pezzo, essendo cavo e con le pareti molto fini, restituisce un discreto senso di delicatezza, quindi, consiglio personale, è da maneggiare con cautela. Anche in questo caso non ci sono parti mobili o particolari gimmick, ma nel binario superiore, sotto la parte verde, si può inserire l'apposita versione dell'arma in esso contenuta:

Questa versione del pugnale ha la lama incernierata che può essere piegata ed estesa o compressa, ma in ogni caso non può essere impugnata perché si porta dietro tutta la struttura di aggancio alla spalla:


Parlando di spalle, la loro mobilità è notevole, il braccio può ruotare di 360° ed è montato su uno snodo a farfalla  connesso al torace che permette alla spalla di muoversi in avanti e indietro, come si vede bene qui:


Per quel che riguarda l'estensione laterale... beh:

Se non la fa lui la posa dell'estate... più crocifisso di così solo qualcuno un tantino più famoso.

Come si nota, gli spallini non interferiscono in alcun modo con la mobilità degli arti superiori, potendosi muovere senza problemi intorno al loro perno.

L'unica limitazione ai movimenti delle braccia è verso l'interno, dovuta dall'assenza di uno snodo specifico fra spalla e bicipite, quindi per quanto la spalla possa avanzare e ruotare sul proprio asse, il fatto che arrivi a fine corsa battendo sul petto, a un certo punto impedisce al braccio di andare a incrociarsi con l'altro. Il massimo che si ottiene, di concerto con l'altro arto, è questo:

Non arriva a impugnare l'arma. Non che sia un grave problema, tutt'altro, ma lo segnalo lo stesso. Del resto il design molto umanoide dell'EVA avrebbe forse risentito esteticamente di uno snodo sotto la spalla che avrebbe rotto la continuità fra deltoide e muscoli sottostanti.

Per quel che concerne il resto del braccio, brevemente, il gomito ha un doppio snodo che consente la chiusura quasi completa dell'arto, il polso è a sfera con le mani montate su un perno anch'esso a sfera che non rende proprio facile la sostituzione delle stesse. Meglio intervenire con un asciugacapelli per scaldare il pezzo prima di procedere, per evitare spiacevoli incidenti.


 

Passando all'addome, sotto il torace, il corpo è complessivamente diviso in 3 strati interconnessi fra loro alla spina dorsale, il che permette un discreto range di piegamento in avanti, e limitata torsione e piegamento all'indietro. Eeeeh hop!


NNNNGGGHHHH...


Si è senza dubbio visto di meglio in termini di torsione in modelli non vincolati da un design umano, ma ci possiamo accontentare.


Infine il bacino. Le anche possono essere estratte verso il basso svincolando ancor di più gli arti inferiori da impedimenti vari ed eventuali e rischi di graffi sulla verniciatura.

In soldoni, senza grosse difficoltà, si possono ottenere naturalmente pose come questa, coadiuvate, ribadisco, dall'assenza di ingombranti gonnellini od orpelli sulle cosce. Vabbè, è l'EVA 01, non il Gao Gai Gar:


Posa che risulta anche molto stabile...

Si vede in azione in queste foto anche tutto il resto che concerne le gambe. Le ginocchia sono a doppio snodo per una piega a 180° della gamba e la copertura delle ginocchia può muoversi in avanti e indietro.

Le caviglie sono libere di inclinarsi in ogni direzione e il piede è diviso in due. La copertura del collo del piede è montata su un braccetto di plastica con snodo a sfera, pericolosamente fine secondo me, che permette di posare il pezzo per non essere di impedimento durante le pose.


Passiamo ora a visionare gli accessori.

Cominciamo con la presa della corrente, ché l'Eva 01 è eco friendly. La spina, con tanto di Umbilical Cable dalla prolunga incredibile, ha tre perni che si connettono saldamente nell'apposito alloggiamento fra le scapole del modello:

Non voglio sapere quanto gli costa alla Nerv di bolletta.

Progressive Knife! La versione da impugnare si alloggia facilmente e stabilmente nell'apposita mano destra:

Visto in TV!




Anche il Pallet Rifle si impugna facile, tanto devi solo inquadrare il bersaglio e sparare, inquadrare il bersaglio e sparare, inquadrare... com'è che nelle simulazioni riesce sempre facile?



Altre pose varie ed eventuali:

Pronti alla battuta:

I rinforzi dalla Cina...

Pronti... ai posti...

Partenza! Ovviamente per sostenere una posa così sbilanciata in avanti è necessaria la basetta:


Altrettanto ovviamente necessaria per le pose aeree. Ed ecco il suo unico limite: per come è fatto l'aggancio, braccio della base-connettore-schiena dell'EVA 01, non si ha possibilità di ruotare il modello in alcuna direzione, quindi il suo corpo rimarrà sempre in posa eretta, al massimo inclinato all'indietro o in avanti, ma mai ruotato, foss'anche solo di 45°. Pazienza. A onor del vero, però, va detto che di basette che consentono rotazioni a mezz'aria ne avrò viste due in croce in tutta la mia onorata carriera, dato che la loro funzione primaria è quella di tenere stabilmente in piedi il modello in vetrina, non di fargli fare i salti carpiati wattà...



La bocca non si apre tanto, dicevamo, ma abbastanza da poter addentare l'Entry Plug in caso di languorino... per la gioia di Toji.


Infine in modalità berserk:



RAAAAAARGH!

Maledetti angeli!


E allora... Threezero si conferma un'azienda in grado di portare al pubblico prodotti curati e di qualità.

Nulla mi sento di dire sulla resa estetica del modello, sul livello del suo sculpt e della sua verniciatura, che ha abbandonato in questa linea il weathering che aveva reso famosa l'azienda.

Allo stesso modo articolazioni, materiali, posabilità e dimensioni soddisfano e la presenza in collezione si fa notare senz'altro.

Non si può però dire che questo modello abbondi di accessori, purtroppo. In altre edizioni di questo soggetto si può trovare un arsenale di ben più ampio respiro fra katane, vulcan, lance bibliche, pistole e fucili positronici. Anche solo un A.T. Field di plastica sarebbe stato carino e apprezzato.

Altra carenza è quella di qualsivoglia gimmick o tecnicismo nel modello. 

È... liscio. Si è preferito fornire pezzi alternativi invece che studiare un modo, magari a pressione/molla/scatto per inserire un unico Entry Plug, o creare un meccanismo per la spalla contenente il coltello.

Allo stesso modo il petto non si apre per mostrare il nucleo energetico, cosa che in configurazione berserk non sarebbe guastata.

Oppure ancora, estendendo la questione a tutto il robot, non è possibile "spogliarlo" dell'armatura che riveste l'umanoide sottostante, ma questa, ad oggi, mi risulta essere una feature del solo Bandai SPEC.

Però una gimmick il modello ce l'ha, anche se di difficile osservazione: tutte le parti del modello dipinte di verde, oltre agli occhi di entrambe le teste, sono fosforescenti al buio. Cosa carina, ma di poco impatto onestamente, che però riprende alcune scene dell'anime.

Fatte salve queste "mancanze", quindi, per il resto, prezzo incluso, il modello è da me pienamente promosso e con lui la linea Robo-Dou. Brava Threezero! 

Ci vediamo su queste pagine con le altre uscite della serie.

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