venerdì 29 ottobre 2021

MAGIC HENSHIN SERIES 01 - SCARLET SONIC [by BIG FIREBIRD TOY]

HENSHIN!

Provenienza: Original Character
Scala: No
Produttore: Big Firebird Toy
Linea: Magic Henshin Series
Materiale: ABS, PVC
Altezza: 100 mm

(Click sulle foto per ingrandire)

Big Firebird Toy (o Toys o Big Firebird Build o Bigfirebird e basta, ancora non ho capito chi è cosa e le confezioni non aiutano...) inaugura una nuova linea, separata da quella della Nicee vista in una precedente recensione e dalle altre al suo attivo.
La serie EX, ormai definitivamente dissociatasi da ogni riferimento al brand dei Transformers per i motivi già spiegati, continuerà sul tema delle robottesse formose trasformabili. Attualmente è in lavorazione un retool/recolor di Nicee dal nome Mocha, mentre quella che invece doveva essere la loro versione di Windblade, purtroppo, è stata completamente riprogettata in un personaggio originale che al momento risponde al nome di Scarlet Princess, ma del quale, a parte un paio di silhouette, non si sa ancora nulla.

Questa nuova linea, la Magic Henshin Series, vedrà invece fra le sue fila delle piccole chibi robot trasformabili... ma è più complicato di così.

Come spiegavo nell'altra recensione, BFB Toy è una costola di un'azienda più grande che si occupa innanzitutto di animazione. Ora, senza entrare nel dettaglio perché onestamente non ho capito che ruolo giocano nell'intera vicenda, si possono trovare online su Twitter vari concept delle Magic Henshin (e non solo) creati dall'autore IceBerg, esistono delle strisce a fumetti, ma principalmente la casa madre ha in lavorazione una serie animata su queste eroine. Che sono delle maghette!
 

 
Ragazzine che, per combattere il "male", si trasformano in robottine in grado a loro volta di trasformarsi e combinarsi.
È come se Devastator avesse avuto delle figlie con le Sailor Senshi.

Sì, perché... stiamo parlando di un combiner. L'avevo detto che era complicato?

Quanto Studio Trigger... Essendo una serie cinese mi chiedo se riuscirà mai ad arrivare da queste parti anche per vie traverse, mi piacerebbe visionarla.

Comunque, tornando a noi, abbiamo dei modelli dei quali si spera presto uscirà una serie a supporto, come spesso accade per spingere una linea di giocattoli.
Inizialmente preordinabili separatamente, quando ancora nemmeno si sapeva fossero un combiner, sono poi state rilasciate come unico box con l'aggiunta di un membro extra. Avremo modo di visionare e scoprire i vari dettagli nel corso delle future recensioni, per oggi imbarchiamoci nell'esplorazione della leader (il colore rosso non mente) del gruppo. Scarlet Sonic!
 
Il tutto arriva in una matrioska di scatole, cominciando con un brownbox abbastanza anonimo recante un po' di loghi sulle varie facce:

Piuttosto contenuto nelle dimensioni, sarà largo circa 30 cm, contiene al suo interno 5 altri piccoli brownbox, uno per ciascun membro della squadra:

03 e 04, essendo sorelle gemelle, vengono comunque vendute insieme e quindi sono unite da una fascetta di carta. Molto stilosi, solidi e amici dello spazio.

Ecco in dettaglio il box di Magic Henshin 01, Scarlet Sonic:


La matrioska continua con la confezione vera e propria della nostra eroina, colorata di rosso per identificare il personaggio:



Confezione di robusto cartoncino con serigrafie metallizzate e foto sul retro. Davvero un bel vedere.

Al suo interno, infine, il blister col modello in questione e tutto il suo accessoriame:


Questo il contenuto del blister: Scarlet Sonic, 2 spade laser, un volto alternativo con sorriso, uno bianco personalizzabile, 2 mani chiuse per impugnare le spade, una mano sinistra per impugnare la pompa di benzina e la pompa di benzina/pistola(?).

All'interno del sacchettino di plastica, invece, troviamo tutta una serie di aggiunte, principalmente effects, che BFB ha deciso all'ultimo di includere nella confezione, non ricordo se a causa del ritardo con cui sono uscite alla fine le Magic Henshin:


A parte scie di luce e visori Kamina-style, troviamo anche una mano destra atta a impugnare la pompa di benzina (non capisco perché non fosse stata inclusa originariamente) e 4 paia di trasferibili ad acqua da applicare al volto blanc per personalizzarlo. Per il momento ho preferito non utilizzarli.

In ultimo ecco anche il foglio di istruzioni:



Finiti i convenevoli, occupiamoci finalmente della nostra protagonista:



È davvero... piccina! 10 cm di carineria, al punto che pure le Polynian la sovrastano:

Il modello è praticamente interamente di plastica, ho forse un dubbio sugli snodi delle spalle che potrebbero essere in metallo, ma sono così piccoli che mi risulta difficile un'analisi più approfondita.

Lo sculpt è davvero riuscito e lungo tutto il corpo ci sono svariati piccoli dettagli dipinti, ma principalmente rimane colorata in pasta.

Tutti gli snodi, inizialmente abbastanza duri, sono ad attrito. L'unico che da un po' di problemi per la sua eccessiva mobilità è quello del piede, perché quella parte, che funge anche da copricerchione, è fissata ad un anello che scorre sulle ruote della moto senza un effettivo punto di fermo inficiando alle volte l'equilibrio. Nulla di grave, comunque. La mobilità è più che discreta e gli unici limiti sono imposti dai volumi degli arti e della testa che per ovvie ragioni non possono assecondare ogni posa possibile. Le foto più avanti varranno più di cento parole, ma intanto concentriamoci sui dettagli:

Il testone chibi è montato su un doppio snodo a sfera e anche le spalle presentano un doppio snodo, potendo così portare le braccia avanti e indietro, se pur di poco, rispetto al corpo. La placca del volto è di facile estrazione, basta fare pressione da sotto il mento per farla scorrere in avanti:


Ed ecco il secondo volto coi denti serrati in un sorriso sprezzante.

Poco da dire sulle braccia:

Il singolo snodo del gomito permette di superare di poco i 90° e, come per Nicee, ci si è orientati per le mani ad un approccio più vicino alle action figure che non ai transformers, quindi mani intercambiabili innestate su uno snodo sferico al polso. Quelle già montate in confezione non hanno particolari problemi a staccarsi e riattaccarsi, ma le altre necessitano di preriscaldamento con un asciugacapelli perché offrono troppa resistenza e con un pernetto di quelle dimensioni è meglio non rischiare. In alternativa si può andare con cautela ad allargare il foro con una limetta o simili.

Il bacino, grazie agli snodi necessari alla trasformazione, ha anch'esso ampia libertà di inclinazione e rotazione. Sulla schiena è poi presente un foro della dimensione standard per essere connesso coi più comuni stand in commercio, non inclusi purtroppo nella confezione.

Infine le gambe, molto ingombranti a causa delle ruote:

L'anca, essendo sostanzialmente uno slippino, non pone limite all'apertura laterale delle gambe. L'unica limitazione, come già detto, è data dall'ingombro delle ruote che unitamente al ginocchio a singolo snodo non permettono anche a questa articolazione di superare i 90° di piega. I piedi poi, scorrono semplicemente su e giù seguendo la circonferenza del pneumatico. Il resto delle coperture è montato su snodi a sfera e si posiziona  a piacimento.

Prima di passare alle armi, qualche posa in libertà:


Applicando una delle due scie e un effect Bandai:

Qui invece ho usato uno stand trasparente preso in prestito da un Revoltech:


Passiamo alle armi, cominciando dalle spade. Dato che idealmente le lame laser originano dai manubri, questi vanno staccati dalla testa e sostituiti con quelli dotati di fascio energetico:



Anche qui le pose dinamiche si sprecano:








Gli effects sono davvero efficaci nell'aggiungere dinamismo alle pose. L'unica rogna è che gli "occhiali", che si fissano ai lati della testa, non sono saldissimi in posizione e sovente tendono a staccarsi. Per il resto, come si può vedere, le pose danno grande soddisfazione ed è parecchio divertente da smanacciare. Certo, metà delle pose devono la loro riuscita allo stand che ho sottratto al Jehuty, una mancanza che un po' si fa sentire, ma che si colma facilmente.


Passando alla "pistola", non ho indizi sul fatto che sia effettivamente una pompa di benzina vera e propria o un'arma a tutti gli effetti, fatto sta che a parte impugnarla e puntarla, c'è poco da farci:



Occupiamoci ora della trasformazione, del resto si chiamano Magic HENSHIN mica a caso. La nostra eroina scarlatta può diventare una fiammante motocicletta in pochi semplici passaggi:

Le mani vanno purtroppo rimosse per permettere ai tubi di scappamento la rotazione, per il resto si tratta di metterle le gambe in questa posizione, disarticolare il bacino e distenderla in lunghezza. Gli unici punti che la tengono insieme sono i perni sulle ginocchia che si fissano sotto il mento e sotto alla parte terminale della coda, il resto è tenuto in posizione dagli snodi senza realmente fissarsi a nulla e per il problema che illustravo prima riguardo ai piedi, è praticamente impossibile che il frontale della moto rimanga un pezzo unito con continuità. Per aumentare il camuffamente ho anche sostituito il volto con quello interamente bianco, in modo che nessun occhio faccia capolino dal parafango anteriore.

Il risultato, per quanto semplice, è abbastanza efficace:




Per farla stare su ho dovuto comunque usare un trucchetto, estraendo come un cavalletto una delle mani della forma combiner contenute all'interno delle ruote.

Carino il design della moto, si vede che è una tizia distesa, ma per il genere di prodotto direi che ci possiamo accontentare. Non si è puntato sulla fedeltà dell'alt mode.

In forma di moto non può fare granché, ma si possono comunque applicare gli effects ai tubi di scappamento come in precedenza:



Il modello, pur senza brillare per ingegneria, risulta estremamente piacevole e divertente da maneggiare, ben fatto e carino, soprattutto se si apprezza il genere. Unica nota dolente, semmai, il prezzo che ora si è un po' gonfiato rispetto a quello di preorder rendendo le Magic Henshin care per quello che offrono.

Questo primo elemento è comunque promosso, restate sintonizzati per la prossima recensione, ché tocca a Thunder Light!

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