È tempo di robottoni, è tempo di metallo (più o meno, dai).
Provenienza: Cyberbots: Full Metal Madness
Scala: No
Produttore: Sentinel
Linea: Riobot
Materiale: ABS, PA, Die Cast
Altezza: 140 mm
Versione: Regolare rossa
Versione: Regolare rossa
(Click sulle foto per ingrandire)
Ooooh, altro recupero che da una vita girava nella mia lista dei "prossimi acquisti" e finalmente è diventato un acquisto. In primis perché è il Blodia, in secundis perché è Sentinel (2013), mica cazzi.
Ma chi è 'sto Blodia? Da dove salta fuori? È una conoscenza di vecchia data, ma non avendo a supporto né serie animate, né fumetti, ma affondando bensì le sue radici nel mondo dei videogiochi, mi rendo conto risulti sconosciuto ai più, quindi, per coloro che hanno voglia, mi permetto di erudirvi un po' nel trattarne le origini e le vicissitudini.
La Capcom, che spero non abbia bisogno di presentazioni per nessuno, oltre che famosa per il suo Street Fighter è nota anche per una pletora di picchiaduro a scorrimento uno meglio dell'altro.
Correva dunque l'anno 1994 quando fece uscire l'ennesimo picchiaduro a scorrimento per la sua scheda da salagiochi CPS-II, Powered Gear - Strategic Variant Armor Equipment, in occidente noto col nome di Armored Warrior.
A memoria mia, uno dei pochissimi giochi di questo tipo che coinvolgesse robottoni anziché energumeni pronti a menar le mani.
Era anche un gioco abbastanza innovativo, innanzitutto per il fatto di poter giocare in 3 contemporaneamente.
Anche se non era proprio una cosa nuova nell'ambito, in questo caso c'era il bonus che con un determinato modulo che si trovava ogni tanto nei livelli, era possibile combinare i 3 mecha dei giocatori in un enorme mostro meccanico dispensatore di morte le cui parti erano comandate dai singoli giocatori (gambe e armi/braccia). Wow.
Secondariamente perché, durante il gioco, i robot protagonisti avevano la possibilità, sfasciando gli avversari, di cannibalizzarne parti e armi, cambiando quindi le braccia (con spade laser, trivelle, ecc), le gambe (sostituendole con moduli volanti, con cingoli, a ragno, ecc) e le armi opzionali da spalla. Insomma veramente figo.
I robot fra cui scegliere erano 4:
Mancava solo il bambinetto con gli occhiali o la seconda tipa con un mecha rosa e avremmo avuto la perfetta canonica squadra da 5.
A noi nella fattispecie interessa l'AEX-10M BLODIA di colore arancione.
Pilotato dal sottotenente Jeff "Rash" Perkins:
Ecco una schermata di gioco, giusto per gradire:
Sfortunatamente, il gioco non ha mai goduto di una trasposizione casalinga, quindi per giocarci non vi resta che rivolgervi al mondo dell'emulazione arcade, ne vale la pena, anche se giocare in 3 diventa ovviamente complicato se non impossibile.
Neanche un anno dopo, nel 1995, la Capcom ritira fuori dal garage i suoi original mecha e li organizza in un più classico picchiaduro: Cyberbots: Full Metal Madness
In questo torneo, al posto del sottotenente Rash, troviamo ai comandi del BX-02 Blodia un esagitato emulo di Kakugo made in Capcom, tale Jin Saotome, che da allora in poi resterà il pilota ufficiale del mecha.
Nel roster di questo picchiaduro sono state inserite determinate configurazioni fra quelle ottenibili in Armoder Warrior, per esempio del Blodia se ne possono usare 3, fra cui quella in questione, la BX-02 rossa armata di scudo/cannone e satellite e quella gialla con le gambe sostituite dal modulo volante e un enorme braccio a concussione.
Una cosa che si nota dall'ambientazione, è che le dimensioni dei mecha si sono ingrandite di parecchio, laddove prima erano delle cose paragonabili a un labor. Le dimensioni, evidentemente, contano.
Schermate di gioco:
Oltre che in sala giochi, fortunatamente questo titolo è stato ospitato anche su console casalinghe, nella fattispecie Playstation e Saturn.
Successivamente Jin Saotome, appiedato, è riapparso nei vari Marvel VS Capcom, chiamando in causa il suo Blodia durante le super:
L'ultima apparizione nota del Blodia (Blodia II) si è avuta nel picchiaduro robotico, sempre made in Capcom ovviamente, Kikaioh/Tech Romancer, come personaggio segreto.
Uscito in sala giochi nel 1998 e convertito nel 2000 su Dreamcast. Per un amante del genere robotico, dato il numero di citazioni, è un must have assoluto, nonché un bel gioco davvero.
E questo conclude il lungo escursus sul background di questo robot.
Tornando a Sentinel, ne ha realizzati 2 modelli, con alcune varianti cromatiche, entrambi tratti da Cyberbots, il picchiaduro a incontri.
Appunto la versione appiedata che trattiamo qui e la versione gialla (con variante verde) volante con braccione:
Scatola, trattamento Sentinel, bella cover con velcro, ottime illustrazioni e, a differenza del solito, un cartoncino un po' più resistente.
Il contenuto non prevede molti accessori, del resto il robot originale non ne ha:
- Solita basetta standard con braccio pinzato;
- Blodia;
- 2 mani con dita completamente articolate, in contrapposizione con quelle fisse a pugno montate di default;
- Arma satellite;
- Scudo/Cannone.
Cominciamo ad analizzare il Blodia col solito giro a 360°:
Ordunque... è un bel modello, ovviamente non esente da difetti.
14 cm non sono tanti, ma i Sentinel, soprattutto in questa linea, non sono mai stati famosi per l'altezza, bensì per il dettaglio e le soluzioni tecniche che qui non vengono disattese.
Togliamoci subito il dente di metallo: il metallo è presente: gli spallini, le ginocchiere, gli artigli, le "maniglie" laterali e frontale al petto, la parte frontale dei piedi, le articolazioni delle spalle e altri microdettagli sono in metallo e si fanno sentire. Il resto è in ottimo ABS e questo chiude il capitolo materiali.
Ora che abbiamo chiarito questo punto per gli interessati, passiamo al resto.
Lo sculpt è discreto e ben definito, anche se l'assemblaggio presenta diverse antiestetiche linee di unione dei pezzi, sia in plastica che soprattutto in quelli in metallo su cui si nota un po' di più. Niente che non sia presente in altri modelli comunque.
Ottima la colorazione pressoché priva di sbavature, se non sulla parte della fronte, sopra il visore, dove il bianco invade un po' la zona rossa in maniera poco precisa. Le decal sono piccolissime e ben applicate, molto definite e leggibili, aggiungono un discreto dettaglio.
Un occhio attento nota subito che ci sono delle sverniciature nelle parti in metallo, quando l'ho tolto dalla scatola mi era quasi preso un colpo, dato che era nuovo. MA non sono un difetto dovuto all'imballo, sono infatti presenti anche nelle foto poste sul retro della scatola.
È un effetto "vissuto" voluto, quindi niente panico. Phew...
Sul fronte delle articolazioni, siamo difronte al solito lavoro Sentinel. Ottime. Le vediamo in dettaglio fra poco.
TRANNE il collo.
Il collo, tutto il collo (non solo la testa), può ruotare a destra e sinistra, ma la testa, nonostante sia montata su uno snodo a doppia sfera, ha un'escursione infinitesima a causa della forma della testa e a ogni tentativo di movimento, se si fa un minimo di leva, si separa dal collo. Altrettanto facilmente si rimette insieme, ma davvero a mobilità la testa è praticamente ingessata, il che mina un po' l'espressività nelle pose.
Prima di passare ad un'analisi più approfondita delle articolazioni, occupiamoci del fedele satellite.
Il satellite andrebbe fissato, tramite apposito perno, sul braccio della basetta per essere posizionato a "mezz'aria" dietro il Blodia, in modo da simulare il fatto che gli vola intorno.
La Sentinel però ha queste basette color nero pieno che proprio non aiutano la sospensione d'incredulità quando si tratta di far finta che non esistono, soprattutto se cercano di tenere in volo un oggetto così piccolo.
Mi sono perciò permesso di usare, invece, una basetta Figma, che essendo trasparente migliora l'illusione.
Tenete però presente che, quando uno lo compra, il braccio della basetta è nero e non trasparente.
Il satellite avrà un diametro di 2-3 cm eppure è realizzato con un dettaglio davvero notevole. Le due alette possono pure essere orientate, per quanto prone a smontarsi durante la messa in posa. Ma stanno stabilmente in posa una volta maneggiate.
Una cosa però c'è da dirla su questo modello. Ha tutta una serie di features non proprio ovvie, ma nessun manualetto per spiegarle, quindi tutti i suoi segreti vanno scoperti da soli (o con l'aiuto di foto e riferimenti online).
Prima cosa non ovvia:
Il Blodia può essere smontato in corpo + braccia + gambe.
Questo permette 2 cose. La prima è la possibilità di scambiare le braccia fra loro, in modo da simulare l'effetto "picchiaduro" dato che nel videogioco lo sprite del robot veniva semplicemente specchiato a seconda che lo usasse il giocatore 1 o il giocatore 2. Quindi il braccio in primo piano rimaneva invariato sia che il robot guardasse a destra sia che guardasse a sinistra.
La seconda possibilità offerta è quella più simile al primo gioco, ovvero il poter cambiare pezzi integrando quelli di altri robot.
Il problema è che di altri robot la Sentinel ha fatto solo quello giallo, più vari recolor.
Quindi ad esempio, avendoli tutti, uno può montare il corpo rosso sul modulo volante verde e mettere il braccione giallo e il braccio con lo scudo blu.
Utile? Senza dubbio simpatico. Ma io ho solo il rosso, quindi picche.
Torniamo alla posabilità e approfittiamo delle braccia removibili per vedere la sezione del torso:
Anche se non si vede, il piano su cui è montato il collo ruota e si incassa di qualche mm, pur se sull'utilità di questo sono in dubbio. Contribuisce a dare il senso di accucciato in pose più compatte, se non altro.
Oltre a ciò, come si vede, il torso si piega in avanti ruotando la parte pettorale su quella addominale e l'intero blocco ruota all'altezza della vita senza alcun problema.
Infine i "bomboloni" attaccati al pack sulla schiena possono essere orientati entro i limiti del perno a sfera, ben saldo.
Passando al braccio, la spalla, coadiuvata anche dalla controarticolazione a semisfera sulla quale si aggancia, permette un ampio raggio di posabilità senza alcun problema, anche perché il coprispalla, tramite una sua articolazione autonoma, può essere spostato come ci pare per non intralciare il movimento.
Il gomito è limitato per via della fisionomia propria dell'avambraccio che impedisce una distensione totale, esattamente come nell'originale.
Altro "segreto" consiste nel fatto che il braccio può essere esteso di qualche mm, si noti il pistoncino in metallo che diventa visibile.
Questo braccio (attualmente il destro) ha anche un perno incassato al suo interno che risulta quindi quasi nascosto nel caso non si voglia usare:
Tale perno può essere estratto e, tramite un binario (geniale), può essere posizionato frontalmente o lateralmente sul braccio.
Ovviamente serve per agganciarci lo scudo/cannone, che proprio grazie al binario può assumere varie posizioni.
Passiamo all'altro braccio. Questo è invece dotato di artigli (in metallo, graffiano come un gatto incazzato) e può estendersi sia nella parte frontale che in quella posteriore, anzi vanno estese contemporaneamente tirando da ambo i lati per far funzionare il meccanismo.
Indipendentemente si possono estendere, sempre di pochi mm, anche gli artigli.
Completamente esteso:
Ho montato quest'animazione, così si capisce meglio:
E passiamo infine alle gambe.
L'anca si muove in ogni direzione possibile e i gonnellini glielo permettono senza problemi. L'unico "contro" è che l'anca è solo ad attrito, niente scatti (in effetti NESSUNA articolazione qui è a scatti, tutto attrito) e tende un pochino a smollarsi, anche a causa del peso dell'arto.
La caviglia permette una rotazione verso l'interno del piede più che sufficiente per le pose dinamiche.
Il ginocchio si estende e si piega rivelando tutta una serie di meccanismi e dettagli, ma non arriva a 180° per via del polpaccio, che comunque rientra parzialmente.
La posa inginocchiata è comunque fattibilissima pure grazie al piede che si piega.
Per la cronaca, no, la ruota del tallone non ruota (sarebbe stato il top), ma è un po' ammortizzata.
E ora un po' di pose fighe:
Parliamo un attimo delle mani. Quelle articolate sono ottime, 4 dita completamente snodate e ruotabili, permettono stabilmente ogni posa, al punto che quelle statiche a pugno chiuso risultano praticamente inutili.
In questa immagine e in quella precedente, giusto come nota, per mettere la testa in quella posizione ho dovuto staccarla e appoggiarla sul collo, perché lo snodo non permette assolutamente un'escursione del genere.
Infine immergiamo il Blodia nel suo contesto, Cybertbots (possedendo la limited del gioco per Saturn, ho il diorama in cartoncino col Gouki Robot e il Super-8):
Quindi, al netto dei difetti illustrati, davvero un bel modello, giocabile e ben fatto.
Per la cronaca, di questo esatto modello, esistono altri 2 recolor:
La versione BLU da secondo giocatore (si notino le braccia invertite) e una versione limited color blu più scuro con una spallina rossa, che in teoria dovrebbe essere una Early Production Model.
È tutto gente!
(Originariamente pubblicata il 05/03/2017)
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